Autore articolo: Luca Coccia - fisioterapista
È ormai usuale vedere atleti che a fine prestazione si immergono in vasche di acqua fredda o ghiaccio e sono diventate virali le immagini di calciatori che entrano in un macchinario a temperature di centinaia di gradi sotto lo zero. Il motivo di queste tecniche, che possiamo raggruppare come "Crioterapia", è il recupero, ovvero favorire ed accelerare la risoluzione dei sintomi da affaticamento che una prestazione intensa può portare. A riguardo ci sono diversi studi scientifici che analizzano la realtà di questi effetti del freddo e i dati suggeriscono che la percezione dei DOMS (dolori muscolari a insorgenza ritardata) e della fatica diminuiscono. In particolare sembrerebbe che per quanto concerne i DOMS ci siano riscontri positivi già dalle 24 ore successive, mantenuti fino alle 96; per la fatica, allo stesso modo, ci sono risultati favorevoli nel giorno di recupero dopo la prestazione. Tuttavia, questi sono studi che si basano molto sulle sensazioni soggettive delle persone esaminate e ci sarebbe bisogno anche di altri parametri ed evidenze. Parlando ancora di recupero, ricordiamo inoltre che lo stretching statico a fine allenamento non ha alcun effetto particolarmente benefico sui DOMS o sulla fatica del giorno dopo, ma è comunque buona abitudine praticarlo affinché si mantenga un’idonea elasticità dei tessuti e una buona articolarità.
FONTI: - The Effect of Post-Exercise Cryotherapy on Recovery Characteristics: A Systematic Review and Meta-Analysis. Hohenauer E1, Taeymans J2, Baeyens JP3, Clarys P4, Clijsen R5.
- The Effects of Proprioceptive Neuromuscular Facilitation Stretching on Post-Exercise Delayed Onset Muscle Soreness in Young Adults. McGRATH RP1, Whitehead JR2, Caine DJ2.
Comments